14 APRILE 2012
NUOVI PROFITTATORI ALL’ORIZZONTE
Aspettavamo giungessero proposte (e sono puntualmente arrivate) da nuovi “rilevatori” che hanno inteso prendere il posto di Audiradio che per tanti annI ha succhiato soldi alle emittenti radiofoniche.
Il presidente dell’Agcom, ancora una volta ha tradito i propri compiti evitando di avocare le indagini di ascolto come vuole la legge, preferendo ancora una volta soluzioni di comodo: stia tranquillo il “poeta” Calabrò che nel momento in cui lascerà l’Agcom e le macerie che ha prodotto, dietro di lui non ci saranno stuoli di orfani calabroniani piangenti.
E’ un “regalo” la sua persona, venuto non solo dai berlusconidi che in campo televisivo e radiofonico da vent’anni non mollano la presa imponendo uomini – ministri, sottosegretari e frattaglie di potere assortite tra le quali Agcom – di loro totale assoluta fiducia, ma dalle forze di opposizione – in primo luogo dal Partito democratico – che non si sa come meglio giudicare se affetto da idiozia continua e galloppante o cointeressato al festino di ingiustizie.
Calabrò le ha tentate tutte pur di favorire gli “istituti” che hanno scoperto una fonte di facile guadagno nelle indagini di ascolto, ha tentato perfino di coinvolgere l’Istat per dare maggiore copertura ai mistificatori che come ha finalmente capito anche Telecom (La7) hanno larghe possibilità di truccare i dati di ascolto.
Ora il coinvolgimento di un’altra grossa società dovrebbe far apparire in una nuova luce il nuovo sistema di rilevamento. Nessuno si illuda, è la consueta presa in giro ammantata di promesse volte a renderla credibile.
Ma allora il settore radio-televisivo – qualcuno obbietterà – è destinato a non rendersi mai affidabile agli effetti degli inserzionisti?
No, quando un ente pubblico sarà investito del compito di effettuare sondaggi e rilevazioni, pagato dall’Agcom cui i soldi non mancano e dalle società incettatrici di pubblicità, le sole veramente interessate a capire l’andamento del mercato, saremo i primi a dare tutto il sostegno possibile ad una iniziativa del genere.
Attualmente, a ripetizione del modello fallimentare di Audiradio, dovrebbero essere ancora una volta le imprese “rilevate”  a versare ingenti quote di iscrizione, per mantenere dei parassiti che di lì a qualche anno farebbero la fine dei loro predecessori.
Il consiglio del Direttivo del Conna pertanto è questo: neppure un centesimo deve essere dato a organismi privati che non possono che fornire alle concessionarie di pubblicità dati falsi, e quanti furbescamente tenteranno di sgomitare i loro colleghi partecipando al festino dei furbi, dimostreranno ancora una volta tutta la loro stupidità.
Il Conna non ha mai sbagliato le sue previsioni (per il digitale tv basta consultate il nostro giornale al suo indirizzo www.nuoveantenne.it per accorgersene) e anche questa volta siamo più che certi: se le emittenti vorranno salvarsi dovranno cambiare tutte le strategie che fino ad oggi si sono rivelate fallimentari, altro che ingrassare le sanguisughe.