Tanti anni fa all’istituto San Giuseppe Calasanzio di Roma c’era un professore che si chiamava Stipcevich. Era un nome abbastanza difficile da pronunciare e si prestava benissimo a storpiature di qualsiasi tipo. Dopo diversi anni passati a discutere fu deciso di chiamarlo affettuosamente “Lo Stick”.

A dire il vero il povero Sick non brillava certo per abilità declamatorie e purezza di pronuncia malgrado fosse un validissimo prof di materie umanistiche.
Fu cosi che all’appello del primo giorno di scuola di un quarto ginnasio si inchiodo su un cognome. Ci provò, il prode Stick, ci provò e riprovò ma non riuscì. Dalla sua voce impastata si sentì un non meglio identificato “Frisa”. La gag fece il giro della scuola e arrivò anche a noi grandi dello scientifico.
Diversi anni dopo, per l’esattezza nel 1976, Fabio,il fratello di “Frisa” conduceva un programma straordinario ad Antenna Musica. Tenete presente che quelli erano gli albori della radiofonia libera, privata o pirata che dir si voglia. Beh, avere ospiti come Alberto Sordi, che arrampicato su un balcone dell’Hotel Hilton di Roma, raccontava aneddoti e storie come quella della sua pausa pranzo preferita fatta di ciriola (forma di pane tipico a Roma) con le polpette al sugo non era da tutti. Beh, ogni volta che Fabio conduceva il suo programma il fratello piccolo, il Frisa appunto, arrivava (in ritardo) con la sua immancabile autoradio Melody estraibile sotto braccio.
Si sedeva sulla panca e rimaneva in silenzio religioso affascinato da questa gente che parlava in un microfono tenuto su con lo scotch e attaccato ad una base per lampade. Si offriva anche di cercare di dischi dall’armadio, inserire i nastri nel Revox, insomma mancava che scendesse giù al bar a portare bibite a tutti e avrebbe fatto la qualunque. Poi cominciò a venire in radio anche senza il fratello, stesso entusiasmo, stessa disponibilità e gentilezza. Fu una di quelle volte che scaturi l’idea.
Prima pero di dirvi l’idea, devo raccontarvi un fatto. All’epoca trovare speaker non era facile, anche perché non c’erano ( a parte i big della Rai e di Montecarlo) divi impossibili per i nostri magrissimi fondi. E quindi andavano inventati. Se avevi un amico “esperto dei Beatles”, lo scritturavi al volo per un programma settimanale su di loro. Se eri un tifoso accanito della Roma o della Lazio, la domenica era tua (prima diretta dall’Olimpico con un telefono bi-grigio e una prolunga di quasi 100 metri).
Tornando all’idea, dato l’entusiasmo e l’affetto dimostrato, al Frisa fu chiesto se gli sarebbe piaciuto condurre un programma tutto suo. Altro che Ungaretti, si illuminò d’immenso come un faro nella notte. Alla domanda: “in cosa o in che genere musicale sei esperto?” vacillò una frazione di secondo. Si riprese proponendo un programma con personaggi vari e tanto cazzeggio (cosa difficilissima da fare bene).
Noi “editori”(ahahahaha) rimanemmo un po’ perplessi e dopo un brevissimo concistoro, vinsero i si.
Nacque cosi uno dei programmi più divertenti e longevi di Ram 102, protagonisti, tra gli altri, Angelo Lombardi l’ Amico degli animali, riproposto con frasi a tormentone e uno strano personaggio. Si chiamava Tamburo, l’alter ego di Frisa, apparentemente un po’ sciocco ma in realtà portatore di grande saggezza ed umorismo.
In un periodo in cui il cazzeggio radiofonico nobilitava l’etere con battute del tipo: “Qual’è l’uccello che vola più in alto? Quello dell’astronauta!” le battute raffinate, ironiche ed intelligenti del Frisa facevano piacere.
Non ci accorgemmo solo noi della grande comunicabilità e simpatia di Frisa, tant’è che pochi anni dopo inizio una ricca carriera televisiva.
Non dimenticò però mai il suo periodo alla Radio e sempre insisteva che gli sarebbe piaciuto affittare un’emittente per 24 ore e riproporre una giornata intera con gli stessi personaggi e palinsesto dell’epoca.
Peccato Frisa, non ce l’abbiamo fatta, però se puoi, tienimi le due ore dalle 18 alle 20 nella radio di lassù.
In conclusione vorrei lasciare da parte la nostalgia e fare una riflessione che ti riguarda. Viviamo in un momento storico difficile, assediati da tanti farabutti e loschi figuri, tutto è incerto e buio, abbiamo paura e spesso reagiamo male cedendo al cattivo gusto, all’odio e al disprezzo. Non ti arrabbiare Frisa se sei stato usato e più glorificato adesso che non ci sei più, probabilmente avresti preferito maggior discrezione. Ma mai come oggi abbiamo bisogno di eroi positivi e la parte, questa volta, te la meritavi proprio.
Ciao Frisa

Emilio Levi